Li incrocio in calle ed è impossibile non notarli. Gli strumenti appoggiati a terra, per avere le mani libere e potersi abbracciare. Felici di ritrovarsi dopo tanto tempo.
“Siete tornati. Come state? E i ragazzi a casa?” È un intreccio di domande e risposte, e di abbracci delicati e rispettosi. Di quelli che si scambiano le persone di una certa età. Chiedono notizie dei reciproci figli, dei nipoti.
Li chiamano per nome.
“Ti ha fatto bene tornare a casa per un po’. Si vedeva che eri stanco. Hai un bel viso riposato adesso.”
Hanno tutti l’età per essere già nonni.
Mentre parlano sorridono tutti e quattro. Gli occhi lucidi. I loro, i miei.
Si salutano. Non posso fare a meno di salutarli anche io. “Che bell’incontro tra amici – gli dico piano- buona giornata” Mi esce così. Mi rispondono con sorriso.
La bella signora coi capelli bianchi, cappotto e borsetta lentamente si allontana. Stringe il marito a braccetto. Andranno a casa, penso.
I due musicisti di strada nelle loro giacche un po’ fuori taglia riprendono gli strumenti e iniziano a suonare. Il loro cammino verso casa è più lungo. Ma oggi, sono sicura, qualcuno li ha fatti sentire meno distanti.